giovedì 9 luglio 2009

E ci risiamo

http://www.lnd.it/index.php?page=nws_show_reg&id_lnd_news_cat=1&id_lnd_news=27895&r=10

E avanti per un altro anno....tra l'altro si torna indietro con il ritorno a tre giocatori giovani....benissimo.

La mia opinione sulle regole che obbligano le squadre di calcio a schierare giocatori giovani. Non entro nel merito di una valutazione giuridica in quanto non ne ho la competenza anche se “a occhio” mi sembra questa una regola quantomeno discriminatoria. E su questo argomento magari si potrà approfondire.
Valuto invece quelli che sono i risultati dell’introduzione della regola in funzione delle finalità che essa dovrebbe raggiungere. Le valutazioni le faccio in funzione di un’esperienza pluriennale.

Questa regola è stata introdotta con tre finalità ufficiali:
1) Valorizzare i giovani
2) Accrescere gli investimenti nei settori giovanili
3) Ridurre i costi di allestimento rose per le società
Risultati:
1) Non raggiunto
2) Non raggiunto
3) Non raggiunto

La valorizzazione dei giovani non si fa obbligando le società a schierare ragazzi di 17/18 anni. Tra i molteplici motivi mi piace ricordare i seguenti:
E’ vero che un ragazzo gioca 60 partite in due anni in Serie D o Eccellenza ma questa è l’unica finestra che lui può sfruttare per fare un salto di categoria. O ci riesce in questi due anni o per lui le porte si chiudono in modo pressochè definitivo e molto probabilmente finirà in due o tre categorie inferiori. E mi chiedo perché ad un ragazzo di 20/21 anni non deve essere data la possibilità di fare un salto di categoria. Ce ne sono di casi in cui un ragazzo matura più tardi.
Queste 60 partite vengono giocate da molti giovani fuori ruolo. Questo perché la maggior parte degli allenatori preferisce avere i giovani in fascia (li fanno meno danni) e allora un difensore centrale o un centrocampista centrale viene dirottato in fascia in un ruolo non suo.
Sempre per lo stesso motivo la società con l’allenatore determina i ruoli da coprire con i giovani (molto spesso uno di questi ruoli è il portiere) e in questi ruoli acquisisce solo giovani. E allora questi ragazzi si alleneranno con pari ruolo coetanei perdendo tutto ciò che può apprendere dal lavorare con un pari ruolo di esperienza pluriennale.

I settori giovanili.
Secondo me la cura e lo sviluppo di un settore giovanile è funzione della sensibilità di chi dirige la società. Tale sensibilità c’e’ o non c’e’ e non può essere incrementata con delle regole. Chi ha già a cuore il settore giovanile continua nel suo operato, chi non ne ha acquisterà sul mercato i giovani per rispettare la regola e basta.

Sui costi non posso dire nulla con certezza, ma immagino che anche i costi dei giovani grazie a questa regola siano lievitati.

Concludo esponendo quest’ultimo concetto.
Da praticamente tutte le componenti del calcio (giocatori, allenatori, dirigenti, presidenti) c’e’ accordo nel dire che le finalità ufficiali non sono state raggiunte, anche se magari con motivazioni diverse dalle mie. E mi chiedo perché allora questa regola continua a essere in vigore.
Allora mi viene da pensare che ci sia una finalità non ufficiale che viene costantemente raggiunta e che giustifichi il mantenimento in vigore della regola.
Questa finalità “sconosciuta” io la identifico nella creazione di un mercato di ragazzi che in assenza della regola sarebbe molto più ristretto sia in termine di numero di giocatori che in termini di cifre. E qualcuno da questo mercato ne trae indubbi vantaggi.

1 commento:

  1. Sono un allenatore di eccellenza girone b e condivido in pieno le tue opinioni.
    Gioca chi si merita il posto,non chi ha l'età per giocare (e che pretese senza avere ancora dimostrato niente)i giovani vanno messi alla prova contro gli avversari ed insieme ai propri compagni di squadra così e solo così si cresce come uomini prima e poi probabilmente anche come giocatori con più sicurezza e personalità.

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