Non sono mai stato un tifoso della nazionale. Non sono mai riuscito a farmi coinvolgere dall'entusiasmo collettivo che si manifesta in occasione delle manifestazioni in cui è impegnata la nazionale italiana. Quella follia colletiva non l'ho mai sentita mia. Quindi i miei ricordi delle competizioni mondiali o europee non sono legati alle imprese o delusioni azzurre.
I miei ricordi mondiali più belli, quelli che ancora mi fanno sorridere quando li ravvivo, sono di un bambino di una decina d'anni su un prato. Questo bambino in mezzo a due pali fortunosi si fa calciare un pallone da suo padre e ad ogni parata (chiamiamola cosi anche se sarebbe meglio dire: ogni volta che il pallone lo colpisce) snocciola uno dei seguenti nomi:
Rinat, Jean Marie, Michel, Andoni, Tony, Packie, Peter.
Sono gli anni a cavallo delle due manifestazioni che ho vissuto con l'ingenuità tipica dei bambini. I mondiali del 1986 e gli europei del 1988.
E loro sono rimasti in assoluto i miei preferiti, i cosidetti idoli che ti rimangono dentro. Sono passati più di vent'anni, ho visto moltissimi altri numeri 1 che ho potuto apprezzare anche in modo più "completo". Ma nessuno ha scalzato i magnefici sette.
Molte volte provo a fare una classifica dei sette ma ogni volta questa cambia. C'e' poco da fare sono tutti al primo posto.
Il primo che vi voglio presentare è il portiere di una squadra che io non identificavo con dei giocatori in particolare perchè bastava il nome per impressionare un bambino. Questa squadra era l' U.R.S.S.
E il portiere in questione ne era il giusto capitano. RINAT DASAEV!
Per raccontare di DASAEV vi riporto un bellissimo articolo di Beppe di Corrado dal sito storie di calcio. E vi dico che la maglia con la scritta CCCP mi fa venire la pelle d'oca ancor oggi. Buona lettura
Stesse emozioni, stessa opinione! Bellissimo post il tuo.
RispondiEliminaBarbara Risoli
Peso torna ad aggiornare questo blog!!!! ;)
RispondiEliminaG.Gh.